Femminismo. Rivoluzione. Oggi: Corpi erotici e/o Corpi politici

11 aprile 2019 by

IMG_4492domenica 14 aprile h_18:00
presso il Quod
via mercato 1/b, 07100 Sassari
collettiva_femminista Sassari e noiDonne 2005 parleranno di:

Femminismo. Rivoluzione. Oggi
Corpi erotici e/o Corpi politici

Da sempre oggetto di sguardo e bersagli di attenzioni variamente normative, i corpi femminili hanno acquisito oggi, con l’ingresso delle donne nella sfera pubblica, una valenza ulteriore, immettendo nel discorso politico temi fino ad ora marginalizzati o rimossi, come quello della sessualità. Da un lato l’odiosa ferocia del Revenge porn, dall’altro il più sottile e insinuante ricorso a commenti inerenti all’abbigliamento o alla postura giudicati “eccessivi” tendono a schiacciare la presenza delle donne nelle istituzioni alla mera materialità dei corpi, tentando di arginarne la soggettività. Segno visibile della differenza, il corpo continua a fare problema, soprattutto quando incarna il fantasma del godimento femminile, che appare come indicibile tabù nelle maglie del discorso politico. E dunque ci chiediamo: chi ha paura dell’erotismo femminile?

#femminismo #CorpiErotici #CorpiPolitici

 

Femminismo Rivoluzione Oggi

5 marzo 2019 by

Venerdì 8 Marzo – Ore 20:30 presso il Quod in Via Mercato 1/b a Sassari.

Alla luce degli eventi politici e sociali italiani, siamo oggi più che mai convinte che l’unica vera alternativa alla degenerazione collettiva sia la parola delle donne.

quod

A Sassari intendiamo riannodare i fili delle lotte politiche di questi anni, attraverso un incontro con l’altra associazione femminista sassarese, noiDonne 2005.

Ci incontreremo l’8 marzo al

Si sono appena concluse le elezioni per il Consiglio Regionale Sardo, ed il risultato è desolante.

Ovunque ci voltiamo, vediamo e sentiamo insoddisfazione e rabbia. La gente ha deciso di affidarsi a neosfascisti-felpati o ad adepti delle scie chimiche. I #terrapiattisti, i #novax, i #sovranisti, gli #ignoranti, i #negazionisti governano l’Italia e ci vorrebbero riportare in un medioevo, quando le donne ubbidivano ed erano sola carne da riproduzione.

I leghisti Pillon e De Poli, veri e propri uomini che odiano le donne, vorrebbero limitare le nostre libertà e le nostre scelte. Dobbiamo #resistere e #lottare come hanno fatto le nostre madri e le nostre sorelle.

femminismoIO SONO MIA gridavano le donne negli anni 70, hanno combattuto e ottenuto la 194, eppure oggi, qualcuno è pronto a mettere in discussione il diritto delle donne di scegliere se essere madri, il diritto delle donne all’autodeterminazione del proprio corpo.

Noi di collettiva_femminista crediamo fermamente che lo Stato non debba decidere sul corpo delle donne.

Non possiamo accettare che nel 2019 un ministro-felpato qualunque voglia riaprire le case chiuse. Non possiamo dimenticare le lotte di donne come la Senatrice Merlin! Grazie alla legge che porta il suo nome si è riusciti a eliminare l’organizzazione della prostituzione da parte dello Stato. La riapertura delle case chiuse è un attacco di questo governo alla dignità delle donne.

Andate a rileggere il libro che raccoglie le testimonianze di quelle donne, alcune anche prigioniere delle “case chiuse”.Eccone un estratto:

9cc0691f89264c8bb924f764fdfe60f375692f-q9qwmmww«In molte case poi– si legge in una lettera – le Signorine sono costrette a dormire assieme perché il personale non ha le camere, perché tutti i buchi sono stati sfruttati, benché qualche cosa con la paura della chiusura si sia fatto, come materassi, biancheria nuova e la ostentano a ogni commissione di controllo che si sa più o meno in anticipo e cosi si preparano letti, ghiacciaie piene di carne, credenze piene di pasta e cosi via. Quando arriva un commissario noti che ci telefonano avvisandosi una con l’altra. E poi ci sono gli orari dalle 10 all’una, dalle 2 alle 8, dalle 9 alle 24, non ti lasciano che il tempo di mangiare e di lavarti la faccia. Il personale dalle 7 e mezza all’una, alle 2 di notte e se non gliene diamo noi la padrona umana le dà si o no 100 lire, la disumana 10, 15 lire al giorno perché hanno le mance». Estratto da “Cara senatrice Merlin”: com’era la vita nelle case chiuse”.

Stiamo diventando estranee in un mondo sempre più egoista e sovranista, per questo noi facciamo nostre le parole di Virginia Woolf:

virginia“come donna non ho una patria. Come donna non voglio una patria. [Perché] come donna, la mia patria è il mondo intero” VW in “Le tre ghinee”.

Allo stesso modo, come donne, non possiamo accettare il lato disumano di questo governo. Un governo alleato di despoti come Putin, Maduro, Erdogan o aspiranti tali come Trump. C’è un chiaro disegno atto a minare le istituzione [Unione Europea e ONU] che, con tutti i difetti che non staremo qui ad elencare, hanno portato l’occidente a decenni di pace mai avuti prima nella storia.

Ci dovremo domandare, come donne, nel nostro dibattito, il perché in nazioni così ricche come gli USA e l’Europa si voglia un dittatore, un uomo forte al comando. Un uomo alla Putin, che uccide i giornalisti, mette in galera i dissidenti e limita la libertà personale. Eppure gli elettori e le elettrici si ostinano a non voler vedere che il nostro ministro-felpato sta proiettando un’immagine machista e razzista al solo scopo di avere sempre più potere e limitare le nostre libertà (soprattutto per noi donne).

Spira forte il vento di destra e la rabbia nei confronti del diverso o di chi pensa in modo diverso. La violenza verbale è quasi permanente, la si incontra per strada o nei social.

Sempre ricorrendo alle parole delle donne, ricordiamo cosa scrisse Hanna Arendt:
hannah_arendt-230x300“Il Male prospera sui piccoli comportamenti di piccoli uomini che fanno scivolare pian piano la società verso la prevaricazione sistematica e incontrastata.
La Shoah non inizia con le camere a gas, ma sdoganando odio, antisemitismo, razzismo. Il Male diventa quotidiano e… banale”
Le Origini del Totalitarismo

 

Denise Gueye giovane e talentuosa cantante eseguirà qualche brano che si intervallerà alla discussione.

Inoltre durante sarà possibile vedere il lavoro “Belle Parole” di Valentina Pinza, un’artista femminista bolognese con la sua linea Pap Ceramic Design.
Questa la sua breve descrizione:

spille BELLE PAROLELa linea Pap letterario/femminista, che chiamo informalmente “Belle Parole”, si compone di spille con citazioni femministe, medagliette e tazze. Da Quod sarà possibile trovare qualche pezzo di tutte e tre le tipologie, soprattutto spille.

 

 

5 marzo 2019
per collettiva_femminista Sassari,
Ivana

Chi ha paura di Hillary Clinton?

11 ottobre 2016 by
meeting_web-01Desideriamo aprire a Sassari uno spazio di confronto femminista, dove a partire dalle riflessioni e dal pensiero delle donne si possano affrontare i temi che più ci stanno a cuore, sia per quanto riguarda la politica prima, sia rispetto alle questioni e alle emergenze che si agitano nel mondo contemporaneo. Abbiamo in mente una sorta di laboratorio, dove il pensiero femminista si possa intrecciare e confrontare con i problemi concreti che il mondo pone e ci pone. Il primo incontro sarà dedicato alle elezioni americane, un evento di portata globale che ci interroga tanto sul piano simbolico quanto su quello politico.
Hillary Clinton potrebbe diventare la prima donna a ricoprire la carica di Presidente degli USA.
Intendiamo analizzare la portata simbolica di tale evento che genera all’interno del mondo femminile e femminista non pochi dubbi e talvolta contrasti. Michelle Obama durante la Convention Democratica ha detto “È grazie ad Hillary Clinton che oggi i nostri figli e le nostre figlie adesso ritengono sia una cosa scontata che una donna possa diventare Presidente degli USA”: è davvero così?
In Europa Angela Merkel e Theresa May hanno una leadership riconosciuta.
In Italia abbiamo una figura che ha la forza e l’autorevolezza di guidare un partito ed un governo? Vorremmo interrogarci che caratteristiche chiederemmo qui in Italia alla donna che dovrebbe diventare la nostra Presidente del Consiglio.
Tornando alle elezioni USA, la candidata Clinton si trova ad affrontare un candidato francamente inqualificabile sotto molti aspetti: impreparato, usa un linguaggio sessista, razzista, ammette candidamente di non pagare le tasse. Nonostante ciò, Clinton è sì in vantaggio nei sondaggi, ma minimo. Il motivo è, come propongono alcuni quotidiani internazionali (Guardian, NYT, Post), il fatto che sia una donna? Oppure il fatto che lei abbia perso gli ideali femministi che l’avevano guidata negli anni di Wellesley e Yale per abbracciare il potere capitalistico guidato da banche quali Goldman Sachs o Morgan Stanley?
Le questioni che la kermesse americana mette a tema sono incandescenti, non soltanto per l’imminente contingenza, ma soprattutto perché rilanciano e mettono in discussione il ruolo delle donne nella “politica seconda”, e ci interrogano sulla possibilità di mettere in gioco la differenza femminile.
Per informazionii:
Facebook: collettiva.femminista
mail: collettiva.femminista@gmail.com
tel: 079.2012098
twitter: @cfemminista

collettiva_femminista presenta Chiara Sfregola autrice di “Camera single”

31 agosto 2016 by

Sassari – Palazzo Ducale, Piazza del Comune, 1. Venerdì 16  settembre 2016, ore 18:00

sfregola_web-01

 

Amore e amicizia, sesso e politica, religione e femminismo fanno di Camera Single un romanzo generazionale che affronta il tanto chiacchierato tema dell’omosessualità con la naturalezza e la spontaneità di chi la vive senza pregiudizi.

Camera Single nasce nel Settembre del 2014 come rubrica settimanale sul sito Lezpop.it. L’idea è di Chiara Sfregola, pugliese, classe 1987. Quella su Lezpop.it è, in puro stile Sex & The city, una “rubrica serie” cioè una raccolta di racconti sulla vita di un gruppo di amiche lesbiche. Camera Single- il romanzo vede Linda, una ventisettenne come tante, alle prese con la fine della relazione con quella che credeva essere la donna della sua vita, Margherita.
Per rimettersi in sesto, Linda mette in atto la “fisioterapia del cuore”: un mix di dubbi esistenziali, Gin tonic e donne sbagliate, sullo sfondo di una Roma che va dal Pigneto al Colosseo, dai panorami classici dei Fori Imperiali alle prospettive metropolitane della Tangenziale Est. Il vero amore di una ragazza moderna, però, lesbica o meno, sono le sue amiche, e accanto a Linda ci sono le “Lelle ignoranti”, la sua famiglia adottiva, ragazze vere alle prese a loro volta con i dilemmi dei trent’anni: fare un figlio con la propria compagna o fidanzarsi con una ventenne, uscire con cento ragazze o rimettersi con la stessa per la centesima volta. E se in “Girls” si prova a crescere un errore alla volta, le ragazze di “Camera single” cercano l’amore, una donna alla volta.
Questa rocambolesca ricerca di sé, unitamente alla narrazione scorrevole, divertente e soprattutto ironica, fa sì che Camera Single sia il primo romanzo italiano che affronta in chiave ironica la vita sentimentale di una ragazza che cerca l’amore nella sua stessa metà del cielo. Senza prendersi mai troppo sul serio.

Alla ricerca dell’amore. Una donna alla volta.

Primo principio della lesbodinamica: se una donna può essere impossibile, lo sarà.
Secondo principio della lesbodinamica: una lesbica non ha amiche, ha solo amanti latenti.

Chiara Sfregola è nata nel 1987 in provincia di Bari. Attualmente vive e lavora a Roma, dove si occupa di cinema e televisione. Dal 2015 lavora in Cattleya (“Gomorra”, “Romanzo criminale”) come editor per la televisione generalista (“Tutto può succedere”). Nel 2013, dopo aver scritto il soggetto di un film selezionato da Rai Cinema per lo sviluppo (“Oggi spose”) inizia a scrivere per il sito Lezpop.it la rubrica “Due camere e cucina” una serie di racconti sulla convivenza fra due ragazze. Nel settembre 2014 inizia a scrivere sempre su Lezpop la rubrica “Camera Single”, una serie di racconti sulla vita di un gruppo di amiche lesbiche che nel 2016 diventa un romanzo pubblicato da Leggereditore.

BOOKTRAILER:

Proiezione del doc «Lina Magiacapre. Artista del femminismo»

12 giugno 2016 by

mangiacapre_fb-01Care e cari,

martedì 14 giugno alle 18, presso la Biblioteca comunale di Piazza Tola a Sassari, collettiva_femminista Sassari organizza un incontro pubblico con Nadia Pizzuti, scrittrice, giornalista e cineasta in occasione del suo nuovo documentario «Lina Magiacapre. Artista del femminismo».

Un’occasione preziosa per conoscere e ammirare la vita di una delle protagoniste del femminismo italiano degli anni Settanta che ha dedicato la sua vita al cinema, al teatro, alla filosofia e alla scrittura (per maggiori informazioni potete andare nel sito dedicato a Lina Mangiacapre e al gruppo delle Nemesiache: http://www.linamangiacapre.it/home_nemesiache.php)

Nadia Pizzuti (di cui potete leggere un’ampia biofilmografia qui: http://www.cinemadonne.it/?p=1374) negli anni ’90 ha diretto la sede dell’agenzia ANSA a Teheran,  prima corrispondente donna della stampa internazionale ad essere accreditata nell’Iran post-rivoluzionario. Il suo lavoro intorno ad alcune delle biografie femministe italiane più interessanti l’ha portata nel 2012 a progettare un film dedicato ad Angela Putino.

In dialogo con l’autrice: Lucia Cardone e Alessandra Pigliaru

*

In collaborazione con Chicca Pulina della Libreria Dessì-Mondadori di Sassari.

Speriamo di vedervi in tante e tanti.

Grazie e a martedì, un abbraccio da collettiva_femminista

collettiva_femminista Sassari presenta il volume di Liliana Rampello, Sei romanzi perfetti. Su Jane Austen, il Saggiatore

19 Maggio 2015 by

Sassari, Biblioteca Comunale, Piazza Tola giovedì 21 maggio, ore 17,30

collettiva_femminista Sassari presenta il volume di Liliana Rampello, Sei romanzi perfetti. Su Jane Austenil Saggiatore

sarà presente l’autrice in dialogo con Monica Farnetti, Giulia Brianda e Ivana Pintadu di collettiva_femminista Sassari

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L’evento inaugura la seconda edizione della rassegna Fioriture che quest’anno è dedicata al tema della libertà femminile e, come l’anno scorso, organizzata da collettiva_femminista SassariArci e noiDonne2005, con il patrocinio del Comune di Sassari e in collaborazione con la Libreria Dessì-Mondadori

Scheda del libro:

Con Jane Austen non esistono mezze misure. La sua opera divide la critica e i lettori da più di due secoli: autrice di romanzi «per donne», conformisti e privi di spessore letterario, tutti trine e sposalizi, o il «genio meraviglioso» intravisto da Vladimir Nabokov, la scrittrice che Virginia Woolf defi nisce «la più perfetta artista fra le donne»? Liliana Rampello identifica un nuovo tassello del percorso di conoscenza intrapreso dalla grande autrice inglese attraverso la lettura analitica dei suoi «sei romanzi perfetti»: Ragione e sentimentoOrgoglio e pregiudizioMansfield ParkEmmaL’abbazia di Northanger Persuasione. Personaggio, trama e spazio: tre snodi centrali nell’architettura del romanzo classico sono messi a fuoco a partire dalla più originale invenzione di Jane Austen, il romanzo di formazione femminile, in cui l’eroina tradizionale lascia il posto a una giovane donna protagonista del proprio destino. Disegnate con spietato rigore verbale, preciso realismo e ironia travolgente, le sue ragazze, pur dovendo imparare a scegliere un buon marito, non dimenticano mai qualcosa di altrettanto essenziale: il proprio desiderio di felicità. E in questa ricerca èda un’altra donna che si fanno accompagnare. Nel solco della tradizione shakespeariana, in Jane Austen il dialogo è un vero e proprio motore narrativo, la conversazione diventa l’unica azione in grado di cambiare il corso della storia personale e collettiva. In tutti e sei i romanzi, Elizabeth, Emma e le altre si muovono in uno spazio narrativo circoscritto, dal salotto al giardino, dalla casa paterna a quella maritale, perimetro di una limitata geografi a fi sica che si fa ampia geografi a morale: qui la loro formazione non rappresenta più, come nella tradizione maschile, un’«avventura dell’io», ma una «trasformazione di sé» in relazione con l’altra e l’altro. In Sei romanzi perfetti, Liliana Rampello fa riecheggiare la voce impietosa e incontenibile di una maestra di libertà femminile, capace di una messa in commedia talvolta crudele ma veritiera, che spolpa il sentimentalismo e mette a nudo la logica raffi nata e violenta di una società patriarcale e divisa in classi. La caratteristica leggerezza dei suoi scritti nasconde una verità recondita, che si annida nel dettaglio minimo, in un’emozione trattenuta, in un veloce scambio di battute, in un gesto solo apparentemente casuale. È questo il segreto del successo di Jane Austen, quello per cui ancora oggi la sua opera continua a entusiasmare intere generazioni di lettrici e lettori.

Profilo dell’autrice: Liliana Rampello, critica letteraria e saggista, ha insegnato Estetica all’Università di Bologna. Vive e lavora a Milano come consulente editoriale. Tra le sue pubblicazioni, La grande ricerca. Saggio su Proust (Pratiche 1994), e Il canto del mondo reale. Virginia Woolf. La vita nella scrittura (il Saggiatore). Per il Saggiatore ha curato anche la raccolta di saggi di Virginia Woolf Voltando pagina. Saggi 1904-1941 (2011).

sosteniamo il Centro di documentazione e studi delle donne di Cagliari che rischia la chiusura

20 luglio 2014 by

[Grazie alla redazione di sardegnasoprattutto per il post che ha dedicato all’argomento]

Biblioteca_Centro_di_Documentazione_e_Studi_delle_Donne_d0Alle amiche e compagne del Centro documentazione e Studi delle donne di Cagliari va tutto il nostro sostegno. In questi anni, ciò che hanno creato e animato, politicamente e culturalmente, non appartiene al solo territorio cagliaritano ma alla Sardegna tutta, ponendosi come una sponda preziosa tra l’isola e il mondo. Le attività, i laboratori, gli incontri organizzati hanno consentito che generazioni di donne potessero trovare nel Centro un importantissimo luogo di scambio. Il fondo librario, così come la letteratura grigia e le migliaia di titoli presenti sono inoltre un patrimonio imperdibile al quale anche noi di collettiva_femminista Sassari non solo non vogliamo rinunciare bensì cercheremo in tutti i modi percorribili di non perdere.
Essere protagoniste della scena politica e culturale sarda significa chiamare a responsabilità quante in questi anni, dentro e fuori le istituzioni, hanno frequentato il Centro e conoscono la qualità politica di quelle relazioni. Chiediamo anche noi la massima attenzione e una presa di posizione chiara ed efficace sul rischio di chiusura che non vorremmo neppure considerare come eventualità.

collettiva_femminista

Giulia Brianda, Lucia Cardone, Sara Filippelli, Irene Melis, Giuliana Ortu, Alessandra Pigliaru, Ivana Pintadu, Elisabetta Satta, Serena Sias, Federica Soddu

*

abbiamo inserito questo testo nella parte dei commenti al post. Se lo ritenete, vi invitiamo ad esprimere allo stesso modo il vostro parere.

 

magliette di collettiva_femminista

11 luglio 2014 by

grande richiesta

coppia
colore

costo spedizione

Femminismo e cinema

11 luglio 2014 by

Sono sorprendentemente pochi i film che raccontano le vicende del femminismo “storico”, se guardiamo ai movimenti degli anni Settanta e alle labili tracce che hanno lasciato sugli schermi. Che le pratiche femministe di allora fossero “invisibili agli occhi”, compreso quello meccanico e per solito accogliente della macchina da presa, è una questione che, ancora oggi, ci interroga. Non si tratta di lamentare una assenza, o una censura dello sguardo (che forse in parte può essersi consumata), quanto piuttosto di riflettere sul rapporto fra femminismo e cinema. E’ possibile raccontare le avventurose storie del femminismo attraverso le immagini in movimento? Quello del cinema è uno sguardo sufficientemente perspicace per dire la politica delle donne senza tradurla in apparato ideologico, senza cedere alle lusinghe (narrative e di mercato) del luogo comune, del bozzetto di costume? Il cinema può restituire e mettere in circolo l’autenticità e l’intensità del femminismo? Sono domande difficili e necessarie alle quali, forse, grazie anche alle nuove tecnologie e alla nuovissima disponibilità guadagnata dai dispositivi di ripresa e di montaggio digitale, possiamo rispondere con fiducia, sorridendo ai molti schermi che, per varie vie, tentano di raccontare e raccontarci le donne, le femministe del presente.
La nostra politica, sostanziandosi di pratiche differenti e a tratti sfuggenti, indefinibili, ha bisogno di altri sguardi per dirsi, e di altri sensi; ben oltre l’occhio, il guardare – che implica uno stare fuori – le pratiche politiche delle donne sono esperienze complesse che, propriamente e in tutti i sensi, mettono in campo i corpi. Basti pensare allo scandalo delle Femen e alla dirompenza della Pussy Riot, che si muovono in uno spazio del tutto nuovo, in qualche maniera interstiziale e certamente imprevisto, al confine fra performing art e antagonismo, fra messa in scena e contrapposizione, in un corpo a corpo dove autenticità e desiderio si misurano con l’esistente, con il possibile e con l’impossibile. Ed è ad un corpo a corpo che le loro esperienze ci chiamano, un corpo a corpo senza protezioni di sorta, dove è la fragile spavalderia della nudità l’elemento spiazzante, dirompente appunto. Sottratti, ad un tempo, dalla pruderie e dalla sofisticata e spersonalizzante patina glamour cui siamo fin troppo avvezze/i, questi corpi lottano e diventano pienamente corpi politici. Sono corpi di donne che sfidano l’osceno, nel senso etimologico del termine, giacché portano in scena e mettono al centro ciò che è stato sempre, statutariamente, tenuto fuori, relegato al fuori campo, alla irrapresentabilità, vale a dire il desiderio femminile. E’ un pensiero inseparabile dal corpo, che si dà e si mostra nel suo eccesso, che pone in modo radicale e ineluttabile la sua differenza. Sarà capace il cinema, e segnatamente la nuova frontiera dell’audiovisivo, di raccontare tutto questo? I film che presentiamo, in maniere diverse, raccolgono questa sfida, rischiando di inciampare ad ogni inquadratura, ad ogni taglio di montaggio nelle trappole della spettacolarizzazione, nei tranelli del già detto, del cliché. Eppure guardiamo a loro, a questi film, con fiducia. E con fiducia guardiamo al cinema che, come il mondo, deve allargarsi smisuratamente per far spazio ed accogliere la dirompente autenticità del femminismo e dei soggetti imprevisti che lo incarnano.

Femministe al cinema: la mia avventura sono io!

10 luglio 2014 by

collettiva_femminista sassaricollettiva_femminista Sassari ha accolto l’invito di Giorgia Guarino e Sassari Cinema per presentare tre film al Sassari Estate 2014.
Si tratta di due documentari e un film di finzione che raccontano storie ed esperienze differenti e invitano ad interrogarsi su lotte e cambiamenti, movimenti e agire di donne che si dicono femministe. Il cinema è uno dei mezzi più immediati per raccontare ciò che viviamo e ciò che ci sta a cuore, ci piace pertanto pensare che è anche attraverso lo sguardo cinematografico che i nostri pensieri possono prendere corpo.

 

pussyriotapunkprayer Il primo film, sarà proiettato l’11 luglio 2014 al Cinema Moderno, V.le Umberto a Sassari ore 21:15 , sarà Pussy Riot. A Punk Prayer, GB/RUS 2013. 90 Min. I registi Maxim Pozdorovkin e Mike Lerner ci raccontano il processo a cui sono sottoposte le Pussy Riot a causa della loro preghiera punk: “Madre di Dio diventa una femminista e liberaci da Putin”, parole sconvolgenti in una società patriarcale russa dove è forte l’abbraccio mortale fra stato e chiesa. Le Pussy Riot scelgono di rivolgersi non a dio, ma ad un’altra donna: la Vergine Maria, invitandola a diventare femminista. Parole e gesti imperdonabili per la chiesa e per Putin, le ragazze si scontreranno con una reazione bruta e persecutoria, nonostante il rischio del carcere, non rinnegheranno la loro lotta. Perché, come ha detto Marija Alëchina, una delle Pussy Riot, durante un dibattito con Judith Butler e Rosi Braidotti: “Il femminismo come certe libertà non si eredita, ogni generazione deve combattere la sua battaglia per ottenerle”

 

Femen_PosterArtwork-718x1024Femen. L’Ucraina non è in vendita, AUS/UCR 2013, 78 Min. sarà sullo schermo il 18 luglio 2014 alla Scuola Media 2, C.so Regina Margherita, Sassari, ore 21:15. Diretto da Kitty Green il documentario racconta la genesi e le lotte del gruppo femminista ucraino che ha suscitato molte riflessioni anche tra le studiose e le filosofe femministe. Le Femen scelgono come forma di lotta l’esposizione del proprio corpo inerme per denunciare quella sessualità maschile che sfrutta la prostituzione a discapito delle donne. Le storie delle femministe di Kiev si dipanano guidate dallo sguardo attento della regista, sguardo femminile appunto, che restituisce l’esperienza e il pensiero di queste donne in lotta, restituendo una realtà di un paese che fa ancora i conti con un patriarcato repressivo e imperante.

 

We-Are-the-BestInfine per l’ultimo appuntamento, il 25 luglio 2014 alla Scuola Media 2, C.so Regina Margherita, Sassari, ore 21:15, sarà con la storia di tre adolescenti, We are the best! SVE/DAN 2013, 102 Min., per la regia di Lucas Moodysson, è la graphic novel di Coco, moglie del regista, che ha ispirato la sceneggiatura del film. Gli interrogativi delle tre protagoniste, quel dolore quasi primitivo che si fa ordine solo nella relazione di amicizia con le proprie simili, è il primo orientamento conosciuto. Il desiderio di sentirsi unite nella musica è, in questo caso, il modo per darsi forza reciprocamente e sapersi unite.