Venerdì 8 Marzo – Ore 20:30 presso il Quod in Via Mercato 1/b a Sassari.
Alla luce degli eventi politici e sociali italiani, siamo oggi più che mai convinte che l’unica vera alternativa alla degenerazione collettiva sia la parola delle donne.
A Sassari intendiamo riannodare i fili delle lotte politiche di questi anni, attraverso un incontro con l’altra associazione femminista sassarese, noiDonne 2005.
Ci incontreremo l’8 marzo al
Si sono appena concluse le elezioni per il Consiglio Regionale Sardo, ed il risultato è desolante.
Ovunque ci voltiamo, vediamo e sentiamo insoddisfazione e rabbia. La gente ha deciso di affidarsi a neosfascisti-felpati o ad adepti delle scie chimiche. I #terrapiattisti, i #novax, i #sovranisti, gli #ignoranti, i #negazionisti governano l’Italia e ci vorrebbero riportare in un medioevo, quando le donne ubbidivano ed erano sola carne da riproduzione.
I leghisti Pillon e De Poli, veri e propri uomini che odiano le donne, vorrebbero limitare le nostre libertà e le nostre scelte. Dobbiamo #resistere e #lottare come hanno fatto le nostre madri e le nostre sorelle.
IO SONO MIA gridavano le donne negli anni 70, hanno combattuto e ottenuto la 194, eppure oggi, qualcuno è pronto a mettere in discussione il diritto delle donne di scegliere se essere madri, il diritto delle donne all’autodeterminazione del proprio corpo.
Noi di collettiva_femminista crediamo fermamente che lo Stato non debba decidere sul corpo delle donne.
Non possiamo accettare che nel 2019 un ministro-felpato qualunque voglia riaprire le case chiuse. Non possiamo dimenticare le lotte di donne come la Senatrice Merlin! Grazie alla legge che porta il suo nome si è riusciti a eliminare l’organizzazione della prostituzione da parte dello Stato. La riapertura delle case chiuse è un attacco di questo governo alla dignità delle donne.
Andate a rileggere il libro che raccoglie le testimonianze di quelle donne, alcune anche prigioniere delle “case chiuse”.Eccone un estratto:
«In molte case poi– si legge in una lettera – le Signorine sono costrette a dormire assieme perché il personale non ha le camere, perché tutti i buchi sono stati sfruttati, benché qualche cosa con la paura della chiusura si sia fatto, come materassi, biancheria nuova e la ostentano a ogni commissione di controllo che si sa più o meno in anticipo e cosi si preparano letti, ghiacciaie piene di carne, credenze piene di pasta e cosi via. Quando arriva un commissario noti che ci telefonano avvisandosi una con l’altra. E poi ci sono gli orari dalle 10 all’una, dalle 2 alle 8, dalle 9 alle 24, non ti lasciano che il tempo di mangiare e di lavarti la faccia. Il personale dalle 7 e mezza all’una, alle 2 di notte e se non gliene diamo noi la padrona umana le dà si o no 100 lire, la disumana 10, 15 lire al giorno perché hanno le mance». Estratto da “Cara senatrice Merlin”: com’era la vita nelle case chiuse”.
Stiamo diventando estranee in un mondo sempre più egoista e sovranista, per questo noi facciamo nostre le parole di Virginia Woolf:
“come donna non ho una patria. Come donna non voglio una patria. [Perché] come donna, la mia patria è il mondo intero” VW in “Le tre ghinee”.
Allo stesso modo, come donne, non possiamo accettare il lato disumano di questo governo. Un governo alleato di despoti come Putin, Maduro, Erdogan o aspiranti tali come Trump. C’è un chiaro disegno atto a minare le istituzione [Unione Europea e ONU] che, con tutti i difetti che non staremo qui ad elencare, hanno portato l’occidente a decenni di pace mai avuti prima nella storia.
Ci dovremo domandare, come donne, nel nostro dibattito, il perché in nazioni così ricche come gli USA e l’Europa si voglia un dittatore, un uomo forte al comando. Un uomo alla Putin, che uccide i giornalisti, mette in galera i dissidenti e limita la libertà personale. Eppure gli elettori e le elettrici si ostinano a non voler vedere che il nostro ministro-felpato sta proiettando un’immagine machista e razzista al solo scopo di avere sempre più potere e limitare le nostre libertà (soprattutto per noi donne).
Spira forte il vento di destra e la rabbia nei confronti del diverso o di chi pensa in modo diverso. La violenza verbale è quasi permanente, la si incontra per strada o nei social.
Sempre ricorrendo alle parole delle donne, ricordiamo cosa scrisse Hanna Arendt:
“Il Male prospera sui piccoli comportamenti di piccoli uomini che fanno scivolare pian piano la società verso la prevaricazione sistematica e incontrastata.
La Shoah non inizia con le camere a gas, ma sdoganando odio, antisemitismo, razzismo. Il Male diventa quotidiano e… banale”
Le Origini del Totalitarismo
Denise Gueye giovane e talentuosa cantante eseguirà qualche brano che si intervallerà alla discussione.
Inoltre durante sarà possibile vedere il lavoro “Belle Parole” di Valentina Pinza, un’artista femminista bolognese con la sua linea Pap Ceramic Design.
Questa la sua breve descrizione:
La linea Pap letterario/femminista, che chiamo informalmente “Belle Parole”, si compone di spille con citazioni femministe, medagliette e tazze. Da Quod sarà possibile trovare qualche pezzo di tutte e tre le tipologie, soprattutto spille.
5 marzo 2019
per collettiva_femminista Sassari,
Ivana